A pochi passi da piazza S. Oronzo, abbracciata da una serie di monumenti artistici che si affacciano sulla piazza, troviamo la Cattedrale del Duomo, il simbolo per eccellenza della vita religiosa dei leccesi.

Il Duomo, come lo vediamo oggi, risale al 1659 quando il Vescovo Pappacoda diede l'incarico all'architetto Zimbalo di ricostruire la chiesa in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non modificare la pianta dell'edificio originale, risalente al 1144 e terminò i lavori nel 1670, anno in cui si svolse la solenne consacrazione a cura del Vescovo che la commissionò.

L'esterno del Duomo

Il Duomo vanta due prospetti: uno a sinistra dell'Episcopio e uno laterale che guarda all'ingresso della Piazza omonima.

Il principale risulta abbastanza semplice a livello decorativo ed è diviso in due parti decorate con nicchie contenenti le statue di S. Pietro e Paolo, S. Gennaro e S. Ludovico da Tolosa.

Le paraste scanalate, per come son disposte, danno l'idea della struttura a tre navate della Chiesa.

La facciata laterale, invece, è molto ricca di decorazioni, in puro stile barocco. Rappresenta, infatti, l'ingresso principale della chiesa ed è diviso in cinque zone. A primo impatto, l'imponente portale in bronzo (realizzato da Manzù) attira subito l'attenzione, insieme alle due nicchie laterali in cui sono presenti le statue di S. Giusto e S. Fortunato. La trabeazione è sormontata da un piccolo colonnato che accoglie, subito dietro, la statua di S. Oronzo..

Accanto alla facciata laterale, sorge il Campanile del Duomo, costruito in sostituzione di quello normanno. Ha una forma quadrata ed è composto da cinque piani, sormontati da una cupola ottagonale che accoglie una stuatua in ferro di S. Oronzo. Il campanile è impreziosito da epigrafi latine ed è alto circa 70 metri.
Dalla cima è possibile affacciarsi ed ammirare il panorama fino alla costa adriatica e, nei giorni più limpidi, fino alla vicina Albania.
A causa di un leggero cedimento delle fondamenta, il campanile risulta leggermente inclinato verso sinitra, quasi impercettibile all'occhio umano.

L'interno del Duomo

L'interno del duomo è caratterizzato da una struttura a croce latina, con tre navate divise da pilastri e semicolonne. Il soffitto ligneo avvolge diverse tele di Giuseppe da Brindisi: la Predicazione di S. Oronzo, il suo Martirio, l'Ultima Cena e la Protezione dalla peste.
All'interno dell'edificio, è possibile ammirare una serie di 12 altari ricchi di opere pittoresche realizzate da artisti dell'epoca: Giuseppe da Brindisi, Oronzo Tiso, Gianserio Strafella, G. Domenico Catalano e G. Coppola.

L'altare maggiore, un tripudio di marmo e bronzo dorato, riempie il presbiterio ed è dedicato alla Maria Assunta, come testimoniato dalla preziosa tela che lo domina. Fu commissionato dal Vescovo Sersale ai marmorai napoletani nel 1744 ma ad oggi assolve solo la funzione decorativa: infatti, poco davanti è presente un altro altare che viene utilizzato per le funzioni, composto da una policroma tarsia napoletana risalente al XVIII secolo, presa dall'altare della natività.

La Piazza del Duomo

Conosciuta come una delle principali piazze di Lecce, Piazza Duomo è dominata da un prepotente Barocco che caratterizza - oltre al Duomo ed al Campanile - anche l'Episcopio e il Palazzo del Seminario. L'arredo urbano risulta armonizzato e coerente con lo stile voluto all'epoca e sembra quasi abbracciare chiunque vi entri: Piazza Duomo infatti è una piazza chiusa, cioè accessibili solo da un lato. Un tempo aveva addirittura delle porte che venivano chiuse la sera.

Considerata l'esempio più grande del Barocco Leccese, la Basilica di Santa Croce è un gioiello che lascia chiunque a bocca aperta. Non importa quante volte lo si visiti, la Basilica offre uno spettacolo sempre nuovo e non basta un semplice sguardo per apprezzarne la ricchezza architettonica e artistica.
Non a caso è la più importante delle chiese del capoluogo.

La Basilica risale al 1549 quando i Padri Celestini diedero il via alla realizzazione e ai lavori che durarono fino al 1699. Nella progettazione e nella costruzione si avvicendarono tre importanti architetti leccesi: Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna che, con l'aiuto di artisti e scalpellini, regalarono alla città un così importante monumento religioso.

L'esterno della Basilica di S.Croce

La facciata della chiesa coinvolse tutti e tre gli architetti. Il primo fu Gabriele Riccardi che progettò e costruì la parte inferiore della facciata,con le sei colonne sormontate da capitelli zoomorfi e il fregio superiore di ispirazione classica. Nel 1606 subentrò Zimbalo che si concentrò sui tre portali ed in particolare su quello maggiore con le sue coppie di colonne binate che sostengono gli stemmi di Filippo III di Spagna, di Maria d’Enghien e di Gualtiero VI di Brienne. Sui due portali laterali, invece, sono presenti gli stemmi di Santa Croce e dell’Ordine dei Celestini.

L'interno della Basilica di S.Croce

Una volta varcato il portale, la sorpresa non finisce: la basilica con una pianta a croce latina è meravigliosa ed è suddivisa in tre navate da dodici colonne aventi capitelli dove i volti degli apostoli si collocano tra frutta e foglie, finemente scolpiti.

Percorrendo la navata centrale, non si può che ammirare la magnifica cupola decorata con foglie d’acanto, angeli e frutta, sorretta da colonne binate con i simboli degli evangelisti.

La navata centrale termina con un’abside polilobata dove è collocato il settecentesco altare maggiore, capolavoro di intarsio sul marmo di scuola napoletana. Il bianco della pietra leccese che regna sovrano in ogni parte dell’edificio, contrasta in maniera perfetta con il marrone del soffitto a cassettoni in legno dorato, nel centro del quale vi è la tela della “Santissima Trinità”.

Le navate laterali sono invece caratterizzate da un susseguirsi di cappelle con altari e colonne finemente decorati, sempre in uno stile meravigliosamente barocco. Sulla destra troviamo diciassette altari: il primo accoglie la tela di “Sant’Antonio con l’apparizione del Bambino”, poi quello della Natività con la tela “Adorazione dei Pastori” le raffigurazioni di “San Michele Arcangelo”, “San Filippo Neri”, “La Trinità”, “Sant’Irene”, “San Pier Celestino” e le diverse icone mariane.

Un altare che merita particolare attenzione è quello di Sant'Oronzo, protettore della città. Esso infatti, viene considerato l'artefice del miracolo del 1743 quando un terremoto rischiò di distruggere la città. E' costituito da dodici formelle che illustrano il paesaggio e fanno da sfondo all'affresco del Santo, quasi come dei fumetti e sono divise tra loro da sei colonne decorate da fiori in pietra, talmente ben fatti da sembrare dei ricami. In alto, troviamo lo stemma francescano e sei angeli che sorreggono i simboli della passione. I Padri Celestini si presero cura della Basilica e la gestirono fino al 1807 quando furono sfrattati dalla legge di Giuseppe Bonaparte che sancì la soppressione di tutti gli ordini monastici.

A quel punto, il convento fu acquisito dallo stato e divenne sede di uffici pubblici. Tuttoggi infatti è sede della prefettura e dell'organismo del governo provinciale. Durante il periodo della soppressione, la chiesa fu saccheggiata ma a partire dal 1833, fu affidata alla Confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini che la restaurò e se ne prese cura.

Nel 1961, poi, la Basilica di Santa Croce fu arricchita da un fantastico organo a canne, costruito dai Fratelli Ruffatti e situato ai due lati del presbiterio. Si tratta di un organo a trasmissione elettrica con due tastiere di sessantuno note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di trentadue.