La Festa di Sant’Oronzo è uno degli eventi più attesi e sentiti nel calendario delle celebrazioni di Lecce, un appuntamento che ogni anno, il 24, 25 e 26 agosto, coinvolge cittadini e turisti in un’immersione profonda nelle tradizioni e nella cultura del Salento. Questa ricorrenza, dedicata al santo patrono della città, è un’occasione per rievocare la sua protezione nei secoli e per rendere omaggio a una figura che ha segnato la storia della comunità leccese.

Le strade del centro storico si vestono a festa con luminarie spettacolari, creando un’atmosfera magica che avvolge gli edifici barocchi e le piazze della città. Il programma della manifestazione è ricco di eventi, dalle solenni celebrazioni religiose ai colorati spettacoli pirotecnici, passando per concerti di bande musicali, esposizioni artistiche e la presenza di un luna park che attira visitatori di tutte le età.

Festa di Sant'Oronzo Lecce: piazza Sant’Oronzo

L’epicentro delle celebrazioni è Piazza Sant’Oronzo, il luogo simbolo della città, dominato dalla colonna di Sant’Oronzo, su cui svetta la statua del santo. Questa piazza, già di per sé fulcro della vita cittadina, durante i festeggiamenti diventa un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, animato da eventi, musica e spettacoli dal vivo.

La colonna di Sant’Oronzo, alta circa 29 metri, è uno dei monumenti più emblematici di Lecce. Storicamente, la statua che la sovrastava, realizzata nel 1739 a Venezia, è rimasta un simbolo di protezione per la città. Dopo il restauro dell’originale, nel 2024 è stata collocata una nuova copia in bronzo, mantenendo intatta la sacralità e il valore storico dell’opera.

Un’esperienza di fede e cultura

La Festa di Sant’Oronzo non è solo un momento di divertimento e spettacolo, ma anche un’occasione per riscoprire la spiritualità e la tradizione religiosa della città. Le celebrazioni includono processioni solenni, in cui la statua del santo viene portata in corteo per le vie di Lecce, accompagnata da canti, preghiere e la partecipazione di numerosi fedeli.

Accanto agli eventi religiosi, la festa è anche un’esplosione di cultura e folklore. Le strade si riempiono di mercatini, bancarelle di prodotti tipici e dolci tradizionali, come il celebre pasticciotto leccese, offrendo un viaggio sensoriale tra i sapori del Salento.

Un appuntamento da non perdere

Ogni anno, la Festa di Sant’Oronzo rappresenta un momento imperdibile per chi vuole scoprire l’anima autentica di Lecce. Con il suo mix perfetto di sacro e profano, tradizione e modernità, questa ricorrenza continua a richiamare migliaia di visitatori, consolidando il suo ruolo di evento cardine dell’estate leccese.

Se sei in Salento ad agosto, immergiti in questa esperienza unica, tra storia, fede e spettacolo, e lasciati affascinare dalla magia della Festa di Sant’Oronzo.

Chi è il Patrono di Lecce? La storia di Sant’Oronzo e il culto della città

La città di Lecce non ha sempre avuto Sant’Oronzo come suo patrono ufficiale. Fino alla metà del XVII secolo, la santa protettrice della città era Sant’Irene, venerata dai leccesi come principale figura di riferimento spirituale. Nel 1656, però, un evento segnò un profondo cambiamento nella devozione cittadina: una terribile epidemia di peste si diffuse in tutta l'Italia meridionale, mietendo vittime ovunque.

Secondo la tradizione, Lecce si salvò miracolosamente dalla piaga grazie all’intercessione di Sant’Oronzo, che avrebbe protetto la città dall’epidemia. Questo evento rafforzò notevolmente il culto del santo, tanto che le autorità religiose e civili decisero di proclamare Sant’Oronzo patrono di Lecce, sostituendo ufficialmente Sant’Irene. Da allora, il santo è diventato un simbolo di protezione e devozione per i leccesi, con una festa annuale che celebra la sua figura.

Festa di Sant'Oronzo Lecce: le date

Ogni anno, Lecce rende omaggio al suo patrono con una delle celebrazioni più spettacolari e attese del Salento: la Festa di Sant’Oronzo, che si tiene il 24, 25 e 26 agosto. Durante questi giorni, la città si anima con eventi religiosi e folkloristici, trasformandosi in un palcoscenico di luci, colori e suoni.

Oltre alle celebrazioni religiose, che comprendono la processione solenne con la statua del santo, la festa include una serie di eventi collaterali, tra cui concerti, spettacoli pirotecnici e bancarelle di artigianato locale. Uno degli appuntamenti più attesi è la tradizionale Fiera di Sant’Oronzo, che si svolge dal 23 al 26 agosto nelle strade del centro storico, soprattutto nelle vie limitrofe a Piazza Sant’Oronzo. Qui, tra profumi di dolci tipici e stand di prodotti artigianali, i visitatori possono vivere un’esperienza immersi nella cultura e nelle tradizioni salentine.

Questa festa rappresenta un’occasione per celebrare la spiritualità, ma anche un momento di aggregazione e condivisione per tutta la comunità, confermando il forte legame tra Sant’Oronzo e la città di Lecce.

Festa di Sant’Oronzo Lecce 2024: programma ufficiale e novità

La Festa di Sant’Oronzo 2024 si preannuncia come un evento ricco di appuntamenti imperdibili, in grado di coniugare tradizione, cultura e innovazione. Dal 23 al 27 agosto, la città di Lecce si trasforma in un vero e proprio palcoscenico a cielo aperto, offrendo un calendario di eventi che spaziano dalle celebrazioni religiose alle manifestazioni artistiche, fino agli spettacoli di intrattenimento pensati per coinvolgere residenti e turisti.

Programma ufficiale della festa di Sant’Oronzo 2024

  • 23 agosto: apertura ufficiale dei festeggiamenti con iniziative culturali dedicate alla figura di Sant’Oronzo, con convegni, mostre e incontri sulla storia e il culto del santo patrono;
  • Dal 23 al 27 agosto:
    • Spettacoli teatrali in vernacolo presso il suggestivo Chiostro dei Teatini, dove compagnie locali metteranno in scena rappresentazioni ispirate alla cultura e alla tradizione popolare salentina;
    • Rassegna di eventi nella Chiesa di Santa Maria della Nova, con incontri tematici e momenti di riflessione religiosa;
    • Esposizione di sculture in ulivo, un omaggio all’artigianato locale, curato dai migliori maestri scultori del Salento;
  • Dal 23 al 26 agosto: fiera di Sant’Oronzo, una tradizione che si rinnova ogni anno, con bancarelle di prodotti tipici, artigianato locale e gastronomia, allestite nelle strade adiacenti Piazza Sant’Oronzo;
  • Dal 20 al 28 agosto: luna park nel piazzale antistante lo stadio, un’attrazione imperdibile per le famiglie e per i più piccoli, con giostre e spettacoli itineranti;
  • 26 agosto: spettacolo pirotecnico innovativo, con fuochi d’artificio senza boati, pensati per ridurre l’impatto acustico sugli animali e sul territorio;
  • 27 agosto: ultima giornata di festa con eventi speciali presso le marine leccesi, culminando in un secondo spettacolo di fuochi d’artificio silenziosi a San Cataldo, per chiudere in bellezza questa edizione.

Come da tradizione, il centro storico e le vie principali della città sono illuminate da splendide luminarie artistiche, simbolo distintivo della festa. Questi giochi di luce, realizzati dai migliori artigiani locali, rendono ancora più suggestiva l’atmosfera, attirando visitatori da tutta Italia e dall’estero.

Dove si svolgono i fuochi d’artificio?

Una delle grandi novità del 2024 riguarda la scelta di introdurre fuochi d’artificio senza boato, un’innovazione che dimostra la crescente attenzione della città di Lecce nei confronti del benessere animale e della sostenibilità ambientale.

Le tradizionali batterie di fuochi vengono sparate:

  • Il 26 agosto a Lecce, con uno spettacolo visivo emozionante ma privo dei consueti rumori assordanti;
  • Il 27 agosto a San Cataldo, per concludere le celebrazioni con un altro suggestivo spettacolo pirotecnico, che si rifletterà sulle acque della marina leccese.

Con un perfetto equilibrio tra rispetto per l’ambiente, tradizione e innovazione, la Festa di Sant’Oronzo 2024 promette di essere un evento indimenticabile, capace di esaltare lo spirito della città e coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Piazza Sant'Oronzo è la piazza più importante di Lecce, dove convivono tanti stili, testimonianza di diverse epoche storiche che si sono succedute nel corso dei secoli.

In passato, la piazza era caratterizzata da una planimetria diversa, dove lo spazio conviviale era sopra all'attuale Anfiteatro Romano, mentre l'attuale spazio era occupato dal quartiere delle botteghe, poi abbattuto.

Nei primi anni del 1900, con l’abbattimento degli antichi edifici civili, come il Palazzo del Governatore e il Tribunale, si è dato inizio alla costruzione della Banca d’Italia e, nel 1939, del palazzo per la sede della Banca Commerciale Italiana, sulla cui facciata spicca il famoso e caratteristico orologio realizzato in bronzo e smalto. Orologio famoso per avere il quadrante più grande e caratteristico del mondo.

Un altro particolare di questa piazza da non dimenticare è l'ovale che vi è al centro. Si tratta di un mosaico realizzato da G. Nicolardi nel 1930 raffigurante lo stemma della città. Tradizione vuole che durante le passeggiate si faccia attenzione a non calpestarlo.

L'anfiteatro Romano

Proprio durante i lavori all'impianto urbanistico della città dei primi del 1900, fu messo in luce un fantastico Anfiteatro Romano. Oggi, è possibile ammirarne solo un terzo, mentre la restante parte è nascosta sotto la piazza e gli edifici intorno.

Risalente all'età augustea, il monumento ha una pianta ellittica di 102 per 82 metri e poteva  ospitare fino a quattordici mila persone.

La struttura è in parte costruita in cemento, in parte scavata nella pietra leccese presente in loco come supporto delle gradinate, dove son state ricavate l’arena, l’ambulacro inferiore e le gallerie radiali di raccordo.

L'edificio sembra diviso in quattro settori con ognuno il rispettivo ingresso e da scale di raccordo che ne permettevano la fruizione.

Il muro esterno era originariamente scandito dal succedersi di sessantotto archi dei quali a oggi restano solo i 24 pilastri.

La Colonna di Sant'Oronzo

Uno degli elementi della piazza a non passare inosservato è la "Colonna di Sant'Oronzo" che, con i suoi 29 metri di altezza, svetta accanto all'Anfiteatro Romano.

La colonna, sulla sommita, ospita la stata del patrono della città di Lecce: Sant'Oronzo.

La sua costruzione risale al 1666 ed è il simbolo della gratitudine dei Leccesi, convinti che il Santo li avesse protetti dall'epidemia di peste del 1656.

La colonna è composta da massi provenienti dalle colonne della via Appia a Brindisi, mentre la statua in origine era di legno veneziano ricoperta di Rame.

Successivamente, in seguito ad un incidente in cui la statua prese fuoco, fu fusa nel bronzo e ricollocata in cima alla colonna dove - a parte i periodi di restauro - vi è rimasta fino ad oggi.

Il Palazzo del Sedile

Attaccato all'Anfiteatro Romano, sorge il Palazzo del Seggio, conosciuto tra i Leccesi come Palazzo del Sedile.

Si tratta di un edificio risalente al 1592, costruito per volontà del doge veneziano Pietro Mocenigo e vanta uno stile unico, quasi una fusione tra gotico e rinascimentale.
La struttura è composta da quattro pilastri forati da ovuli che lasciano trasparire una colonna. Nel mezzo, si aprono grandi arcate a sesto acuto, aventi in cima logge decorate da trofei.

Il suo uso era istituzionale e fino al 1851 ha ospitato la sede del Munucipio di Lecce. Oggi, viene utilizzato per mostre ed esposizioni artistiche.

Nel cuore di Lecce, al confine tra il centro storico e la città moderna, proprio a due passi da piazza Sant'oronzo, sorge il castello Carlo V, una struttura difensiva densa di storia.

In origine, il castello aveva una forma quadrangolare, con due torri ad est - la Torre Mozza e la Torre Magistra - ed un fossato che lo circondava sui quattro lati.
Successivamente, per volontà di Carlo V, fu rimaneggiato dall'architetto Gian Giacomo d'Acaya. In quell'occasione, oltre a ristrutturare l'edificio esistente, fu eretta una possente cinta bastionata a forma di trapezio e fu coperto il fossato, trasformandolo in una galleria sotterranea.

Il Castello ha una forma quadrangolare e ad ogni angolo presenta un bastione: quello di S. Croce, quello di S. Giacomo, S. Martino e S. Trinità. L'architettura militare è particolarmente curata sul lato occidentale e si colloca sulla strada che porta a S. Cataldo, zona marina da cui arrivavano gli attacchi nemici. All'epoca, per accedere alla città bisognava attraversare la porta Reale, protetta da due bastioni e da un ponte levatoio per superare il nuovo fossato, costruito in epoca più tarda.

Dal 1870 al 1979 il castello fu caserma e distretto militare ma nel 1983 fu ceduto all'amministrazione comuncazione che tuttora lo utilizza come sede dell'Assessorato alla Cultura ma, soprattutto, sede di eventi e attività culturali.

A pochi passi da piazza S. Oronzo, abbracciata da una serie di monumenti artistici che si affacciano sulla piazza, troviamo la Cattedrale del Duomo, il simbolo per eccellenza della vita religiosa dei leccesi.

Il Duomo, come lo vediamo oggi, risale al 1659 quando il Vescovo Pappacoda diede l'incarico all'architetto Zimbalo di ricostruire la chiesa in stile barocco leccese. L'architetto scelse di non modificare la pianta dell'edificio originale, risalente al 1144 e terminò i lavori nel 1670, anno in cui si svolse la solenne consacrazione a cura del Vescovo che la commissionò.

L'esterno del Duomo

Il Duomo vanta due prospetti: uno a sinistra dell'Episcopio e uno laterale che guarda all'ingresso della Piazza omonima.

Il principale risulta abbastanza semplice a livello decorativo ed è diviso in due parti decorate con nicchie contenenti le statue di S. Pietro e Paolo, S. Gennaro e S. Ludovico da Tolosa.

Le paraste scanalate, per come son disposte, danno l'idea della struttura a tre navate della Chiesa.

La facciata laterale, invece, è molto ricca di decorazioni, in puro stile barocco. Rappresenta, infatti, l'ingresso principale della chiesa ed è diviso in cinque zone. A primo impatto, l'imponente portale in bronzo (realizzato da Manzù) attira subito l'attenzione, insieme alle due nicchie laterali in cui sono presenti le statue di S. Giusto e S. Fortunato. La trabeazione è sormontata da un piccolo colonnato che accoglie, subito dietro, la statua di S. Oronzo..

Accanto alla facciata laterale, sorge il Campanile del Duomo, costruito in sostituzione di quello normanno. Ha una forma quadrata ed è composto da cinque piani, sormontati da una cupola ottagonale che accoglie una stuatua in ferro di S. Oronzo. Il campanile è impreziosito da epigrafi latine ed è alto circa 70 metri.
Dalla cima è possibile affacciarsi ed ammirare il panorama fino alla costa adriatica e, nei giorni più limpidi, fino alla vicina Albania.
A causa di un leggero cedimento delle fondamenta, il campanile risulta leggermente inclinato verso sinitra, quasi impercettibile all'occhio umano.

L'interno del Duomo

L'interno del duomo è caratterizzato da una struttura a croce latina, con tre navate divise da pilastri e semicolonne. Il soffitto ligneo avvolge diverse tele di Giuseppe da Brindisi: la Predicazione di S. Oronzo, il suo Martirio, l'Ultima Cena e la Protezione dalla peste.
All'interno dell'edificio, è possibile ammirare una serie di 12 altari ricchi di opere pittoresche realizzate da artisti dell'epoca: Giuseppe da Brindisi, Oronzo Tiso, Gianserio Strafella, G. Domenico Catalano e G. Coppola.

L'altare maggiore, un tripudio di marmo e bronzo dorato, riempie il presbiterio ed è dedicato alla Maria Assunta, come testimoniato dalla preziosa tela che lo domina. Fu commissionato dal Vescovo Sersale ai marmorai napoletani nel 1744 ma ad oggi assolve solo la funzione decorativa: infatti, poco davanti è presente un altro altare che viene utilizzato per le funzioni, composto da una policroma tarsia napoletana risalente al XVIII secolo, presa dall'altare della natività.

La Piazza del Duomo

Conosciuta come una delle principali piazze di Lecce, Piazza Duomo è dominata da un prepotente Barocco che caratterizza - oltre al Duomo ed al Campanile - anche l'Episcopio e il Palazzo del Seminario. L'arredo urbano risulta armonizzato e coerente con lo stile voluto all'epoca e sembra quasi abbracciare chiunque vi entri: Piazza Duomo infatti è una piazza chiusa, cioè accessibili solo da un lato. Un tempo aveva addirittura delle porte che venivano chiuse la sera.

Considerata l'esempio più grande del Barocco Leccese, la Basilica di Santa Croce è un gioiello che lascia chiunque a bocca aperta. Non importa quante volte lo si visiti, la Basilica offre uno spettacolo sempre nuovo e non basta un semplice sguardo per apprezzarne la ricchezza architettonica e artistica.
Non a caso è la più importante delle chiese del capoluogo.

La Basilica risale al 1549 quando i Padri Celestini diedero il via alla realizzazione e ai lavori che durarono fino al 1699. Nella progettazione e nella costruzione si avvicendarono tre importanti architetti leccesi: Gabriele Riccardi, Francesco Antonio Zimbalo e Cesare Penna che, con l'aiuto di artisti e scalpellini, regalarono alla città un così importante monumento religioso.

L'esterno della Basilica di S.Croce

La facciata della chiesa coinvolse tutti e tre gli architetti. Il primo fu Gabriele Riccardi che progettò e costruì la parte inferiore della facciata,con le sei colonne sormontate da capitelli zoomorfi e il fregio superiore di ispirazione classica. Nel 1606 subentrò Zimbalo che si concentrò sui tre portali ed in particolare su quello maggiore con le sue coppie di colonne binate che sostengono gli stemmi di Filippo III di Spagna, di Maria d’Enghien e di Gualtiero VI di Brienne. Sui due portali laterali, invece, sono presenti gli stemmi di Santa Croce e dell’Ordine dei Celestini.

L'interno della Basilica di S.Croce

Una volta varcato il portale, la sorpresa non finisce: la basilica con una pianta a croce latina è meravigliosa ed è suddivisa in tre navate da dodici colonne aventi capitelli dove i volti degli apostoli si collocano tra frutta e foglie, finemente scolpiti.

Percorrendo la navata centrale, non si può che ammirare la magnifica cupola decorata con foglie d’acanto, angeli e frutta, sorretta da colonne binate con i simboli degli evangelisti.

La navata centrale termina con un’abside polilobata dove è collocato il settecentesco altare maggiore, capolavoro di intarsio sul marmo di scuola napoletana. Il bianco della pietra leccese che regna sovrano in ogni parte dell’edificio, contrasta in maniera perfetta con il marrone del soffitto a cassettoni in legno dorato, nel centro del quale vi è la tela della “Santissima Trinità”.

Le navate laterali sono invece caratterizzate da un susseguirsi di cappelle con altari e colonne finemente decorati, sempre in uno stile meravigliosamente barocco. Sulla destra troviamo diciassette altari: il primo accoglie la tela di “Sant’Antonio con l’apparizione del Bambino”, poi quello della Natività con la tela “Adorazione dei Pastori” le raffigurazioni di “San Michele Arcangelo”, “San Filippo Neri”, “La Trinità”, “Sant’Irene”, “San Pier Celestino” e le diverse icone mariane.

Un altare che merita particolare attenzione è quello di Sant'Oronzo, protettore della città. Esso infatti, viene considerato l'artefice del miracolo del 1743 quando un terremoto rischiò di distruggere la città. E' costituito da dodici formelle che illustrano il paesaggio e fanno da sfondo all'affresco del Santo, quasi come dei fumetti e sono divise tra loro da sei colonne decorate da fiori in pietra, talmente ben fatti da sembrare dei ricami. In alto, troviamo lo stemma francescano e sei angeli che sorreggono i simboli della passione. I Padri Celestini si presero cura della Basilica e la gestirono fino al 1807 quando furono sfrattati dalla legge di Giuseppe Bonaparte che sancì la soppressione di tutti gli ordini monastici.

A quel punto, il convento fu acquisito dallo stato e divenne sede di uffici pubblici. Tuttoggi infatti è sede della prefettura e dell'organismo del governo provinciale. Durante il periodo della soppressione, la chiesa fu saccheggiata ma a partire dal 1833, fu affidata alla Confraternita della Santissima Trinità dei Pellegrini che la restaurò e se ne prese cura.

Nel 1961, poi, la Basilica di Santa Croce fu arricchita da un fantastico organo a canne, costruito dai Fratelli Ruffatti e situato ai due lati del presbiterio. Si tratta di un organo a trasmissione elettrica con due tastiere di sessantuno note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di trentadue.